Nessuno più scrive belle canzoni di Fabrizio Casu

image_bookFabrizio Casu ha scritto il suo terzo romanzo, e con Nessuno più scrive belle canzoni fa decisamente centro. “Il mio negro”, disse lei con un misto di affetto e soddisfazione. (Spiace, perché spiace, ma questa la capisce solo chi l’ha letto).

Tre le voci narranti ben distinte, tre i protagonisti principali di un romanzo che riesce a mantenere un equilibrio invidiabile, sorretto da una scrittura che si fa sempre più solida e che – a differenza dei romanzi precedenti – riesce con maggior chiarezza a uscire dai binari dell’autobiografico.

L’ho iniziato alle dieci di sera e l’ho mollato alle tre del mattino solo per sopraggiunto mal di testa da sonno, ma poi il mattino dopo ho dovuto finirlo subito. Come ha detto efficacemente l’amica Vera, i personaggi sono così reali che hai paura che – mentre non stai leggendo – stiano facendo qualcosa che poi ti perdi.

Onestamente ve lo consiglio, poi fatemi sapere se vi è piaciuto.

Quattro palle abbondanti su cinque.

Lo potete acquistare qui.

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Storia del popolo americano dal 1492 a oggi di Howard Zinn

9788851523510BSaggio che traccia una storia del territorio del Nord America vista dal particolare punto di vista del popolo (o meglio dei vari raggruppamenti in cui è possibile suddividere di volta in volta il popolo: neri, donne, poveri, …) che l’ha abitato dallo sbarco di Colombo fino alla presidenza Clinton: la prospettiva dichiarata è quella di raccontare una sorta di contro-storia. Non quella dei conquistadores, dei ricchi, dei bianchi, degli ebrei, eccetera, ma quella delle popolazioni indigene (indiani soprattutto), degli schiavi, dei poveri, delle donne, degli immigrati e così via.

Il pregio è evidente: la storia di solito la scrivono i vincitori, e questo è per certi versi un tentativo di dare voce agli sconfitti. Il difetto è l’assoluta superficialità con cui viene fatto. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso: è un’opera divulgativa e l’approfondimento non può che risultare di più difficile digestione al grande pubblico. Tuttavia mi è sembrato spesso inutile l’inanellarsi continuo di aneddoti buttati lì con dettagli spesso insignificanti (cose del tipo “Maggie Brown aveva 35 anni quando venne imprigionata ingiustamente…” e tu sei lì che leggi e pensi “e checcefrega che aveva 35 anni e non 36?”).

A suo modo interessante, ma insomma: a me ‘sti ammeregani che scrivono i saggi mi sembra sempre che stiano tenendo una lezione in una delle loro aule ad anfiteatro e snocciolino un caso dietro l’altro con l’aria di saperla lunghissima, ma col cazzo che te la dicono chiara, perché se una cosa la dici ti esponi alle critiche. Il paese che scrive sui costumi da Superman che indossarlo non ti permette di volare, insomma. Bah.

Due palle su cinque.

Lo potete acquistare in formato cartaceo o in e-book qui.

Gli anni al contrario di Nadia Terranova

81puq3w7kVLStoria di una coppia nata un po’ per caso, di due persone che – come tante – vanno in una direzione più per spostarsi da dove sono che perché hanno capito dove vogliano andare. Infatti quando ci arrivano si guardano attorno e si chiedono cosa cazzo stiano facendo lì, ma ormai.

Poi, come spesso accade, c’è chi si rimbocca le maniche, piange poco sul latte versato e sulle scelte fatte con troppa leggerezza (o più semplicemente senza la saggezza che quelle stesse scelte ha portato loro), e si gode quel che c’è guardando a ciò che ha ancora davanti, e chi invece si rifiuta di essere arrivato dov’è e si rifugia in un presente irreale dove ancora tutto è possibile, anche se non è così. Negandosi di fatto un presente e ancor più un futuro in nome di un passato che vorrebbero rivivere e rendere diverso.

Oh vi dirò: mi ha sorpresa. E mi è piaciuto. Molto.

Quattro palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

Misery di Stephen King

misery-cover-stephen-kingNon è il mio genere.

Letto perché Fabrizio mi ha chiesto di dare una possibilità ad un autore tanto amato da lui e da altri che stimo: era così determinato a convincermi da arrivare a regalarmi questo libro.

Posso dire che è scritto bene, ma non mi è piaciuto, di certo non per colpa sua. Non ho mai amato gli horror, né i libri che in generale si reggono sull’angoscia. Mi trovo meglio con quelli che hanno a che fare col dolore, con la sofferenza del singolo per fatti legati alla propria vita o ad eventi esterni.

Mi mette invece profondamente a disagio la cattiveria dell’individuo verso l’individuo. Mi spaventa, forse. Per questo pur sapendo che al mondo esiste ed è in mezzo a noi, preferisco leggere altro.

Tre palle su cinque.

Lo potete acquistare in formato cartaceo e in e-book qui.