Fabrizio Casu ha scritto il suo terzo romanzo, e con Nessuno più scrive belle canzoni fa decisamente centro. “Il mio negro”, disse lei con un misto di affetto e soddisfazione. (Spiace, perché spiace, ma questa la capisce solo chi l’ha letto).
Tre le voci narranti ben distinte, tre i protagonisti principali di un romanzo che riesce a mantenere un equilibrio invidiabile, sorretto da una scrittura che si fa sempre più solida e che – a differenza dei romanzi precedenti – riesce con maggior chiarezza a uscire dai binari dell’autobiografico.
L’ho iniziato alle dieci di sera e l’ho mollato alle tre del mattino solo per sopraggiunto mal di testa da sonno, ma poi il mattino dopo ho dovuto finirlo subito. Come ha detto efficacemente l’amica Vera, i personaggi sono così reali che hai paura che – mentre non stai leggendo – stiano facendo qualcosa che poi ti perdi.
Onestamente ve lo consiglio, poi fatemi sapere se vi è piaciuto.
Quattro palle abbondanti su cinque.
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