Il re dei giochi di Marco Malvaldi

41lz3zoijxl-_sx340_bo1204203200_Il “solito” Malvaldi: che je voi di’?

C’è la parlata toscana, il barettino, la pineta, il barrista, le puppeh della cameriera, un filo di mistero e i terribili vecchietti ficcanaso.

A me piace, resta tra le tre/quattro letture cuscinetto che vanno bene sempre quando vuoi andare sul sicuro e staccare la testa.

Nel suo genere quattro palle su cinque.

Lo potete acquistare qui in cartaceo e in e-book.

Musica di merda di Carl Wilson

5765368_311498Non ricordo perché io abbia deciso di leggere questo libro. Forse perché conquistata dal titolo forte quanto efficace, forse perché obnubilata da sonno/alcol/eccesso di gelato al malaga pescato a cucchiaiate direttamente dalla vaschetta.

L’idea non sarebbe nemmeno male, cioè partire dal presupposto che più o meno chiunque ritiene che esista musica di merda, che tipicamente ciò che è considerato merda da uno rappresenta la più grande passione di un altro, ma soprattutto che esiste il fenomeno dell’ascoltare musica che razionalmente riteniamo di pessimo gusto, eppure ci piace e la ascoltiamo con un misto di gratificazione e vergogna, come una colpa da tener celata agli altri.

Bella l’idea, ma la realizzazione per me è no. Forse devo soltanto accettare che la saggistica anglosassone non è generalmente di mio gusto e bon.

Tre palle su cinque.

Se vi interessa comunque lo potete acquistare in formato e-book qui.

La torre – Storia di una moderna Atlantide di Uwe Tellkamp

$_35 (1)Milletrecentoerotti pagine che dettagliano la vita di coloro che abitano un quartiere – “La Torre” che dà il titolo al romanzo – della Dresda degli anni ’80, quindi in piena DDR.

La scrittura è corposa, i personaggi ben delineati e la storia riesce a tratteggiare minuziosamente sia le vite dei protagonisti (che vivono le stesse dinamiche relazionali, le stesse gioie, dolori e preoccupazioni che vivrebbe chiunque, in ogni epoca storica e localizzazione geografica), ma anche le particolari situazioni che si vengono a creare, dato quello specifico contesto storico: quello di uno Stato retto da un socialismo ormai così maturo da puzzare di marcio, tanto da aver perso qualsiasi fascino e illusione sul futuro, che non fa altro che vivacchiare in attesa che il suo destino si compia, e i suoi abitanti con esso.

Si assiste così impotenti ad esempio a code lunghe ore per ottenere un certificato di non rilevanza nazionale per un violino, così da poterlo portare con sé durante una tournee oltre cortina, che si conclude con la scoperta di doverne fare una ulteriore, ugualmente lunga, per ottenere una seconda certificazione identica, per quello stesso archetto con cui il violino è stato suonato e certificato un minuto prima. Perché saltare la coda significherebbe beneficiare di un trattamento di favore rispetto agli altri cittadini. Insomma, tutto il portato di assurdità e distorsioni comportamentali e sociali che uno immagina e anche qualcosa che non si può davvero immaginare se quella realtà non l’hai vissuta. La migliore descrizione della vita quotidiana nella DDR che abbia mai letto: fa il paio col meraviglioso film “Goodbye, Lenin”.

Detto questo: avevo davvero voglia di leggere milletrecentoerotti pagine sulla miserabile vita delle persone durante la DDR a fine corsa? No.

Tre palle su cinque.

Comunque lo potete comprare qui in formato cartaceo e qui in e-book.

L’anno dei dodici inverni di Tullio Avoledo

copUn libro stranissimo, che ho letto su (ottimo) consiglio di Ipazia.

Un uomo si presenta ad una porta: chi gli apre lo sta aspettando, convinto che voglia – come ha lasciato intendere – scrivere un libro su un gruppo di bambini nati il giorno di Natale, tra cui la loro bimba. Li incontrerà una volta l’anno, per vederla crescere. Lasciando trasparire però – incontro dopo incontro, anno dopo  anno – la storia, tenuta nascosta perché del tutto incredibile, che lo lega indissolubilmente alla piccola Chiara.

Una storia che proietta protagonisti e lettore nel passato di un futuro prossimo, ma anche nel futuro di un passato apparentemente ancora non trascorso.

Un libro delicato come una passeggiata nella neve fresca, eppure porta con sé la possanza di un amore così forte da sfidare le ere del tempo.

Quattro palle abbondanti su cinque.

Lo potete comprare qui: L’anno dei dodici inverni.

Così in terra di Davide Enia

310ZrInL4PL._SX341_BO1,204,203,200_Un libro potente, una storia che si posa solida sul fondo del cuore e ci resta.

Dico sempre che uno scrittore per piacermi davvero deve avere due elementi su tutto: un bel modo di raccontare le storie e una storia da raccontare. Qui ho trovato largamente entrambi.

Non voglio dare nemmeno un dettaglio della trama: solo vi aspetto su una piazza assolata e polverosa della Sicilia più sincera che possiate immaginare.

Cinque palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

Neppure un rigo in cronaca di Gino & Michele

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Non puoi resistere ad una foto della Torre Velasca in copertina, se sei milanese. Comprato una quindicina d’anni fa appena uscito e lasciato a frollare in libreria fino ad ora, si tratta di un romanzo scritto da Gino e Michele, più noti come autori televisivi e umoristici.

L’ambientazione è quella che speravo: la Milano di fine anni ’50, con una collezione di piccoli quadretti e ritratti che restituiscono l’immagine di una città che amo molto, e di tanti piccoli personaggi tratteggiati con vividezza. A mio avviso manca invece, sotto, una trama solida.

Consigliato comunque a chi voglia farsi un bagno della Milano dei tinelli e delle case di ringhiera.

Tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui: Neppure un rigo in cronaca

Delitti di lago – Antologia di racconti gialli di Autori vari

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Raccolta di racconti gialli presentati a Giallostresa – noto concorso letterario – tutti legati in vario modo alla apparente immobilità del lago. Ciascuno di essi rivela invece quanto poco chete siano le acque lacustri, così come le anime di coloro che vivono la propria esistenza lambendo quelle rive.

Molti hanno scelto di ambientare le proprie storie nel periodo fascista, il che – per me – dà sempre un qualcosa in più. Per certi versi questo mi ricorda i romanzi di Andrea Vitali, per altri il primo periodo – amatissimo – di Carlo Lucarelli.

Il livello medio è buono, con un paio di elementi di spicco e un paio invece tediosi. In media tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui: Delitti di lago