Il libro di Giulia ha avuto per me il pregio di sistematizzare una serie di elementi (espressioni, comportamenti, botta e risposta) che costellano la vita di ogni donna, provando a dare a ciascuno di essi un significato diverso, e soprattutto diverso nel senso di *alternativo rispetto a quello convalidato dalla società italiana di oggi* che è ancora in larga parte una società patriarcale e “maschio-centrica”.
Il libro di Giulia mi è infatti servito molto per farmi delle domande su come vedo certi miei comportamenti, su come vivo certe espressioni che magari io stessa uso. O per chiedermi come vedo comportamenti, espressioni e dinamiche che mi vedono coinvolta o vedono coinvolti uomini e donne che conosco.
Ho trovato quindi estremamente utile la prima parte, quella della autocoscienza e auto-consapevolezza: una parte che avrei voluto e vorrei poter far leggere più che altro ai moltissimi uomini in gamba e intelligenti che conosco, per dire loro “guarda, io stessa da donna – e da donna rompicoglioni, moderna, disinvolta e libera – ho letto cose che mi hanno aperto gli occhi, fallo anche tu”. Mi si dirà che forse gli uomini in gamba e intelligenti son proprio quelli che ne hanno meno bisogno, ma sono anche i primi che secondo me possono capire quanto vantaggio per tutti possa derivare da una migliore partecipazione delle donne alla vita sociale. Non maggiore, perché esse partecipano ovviamente già, ma migliore.
La seconda parte (quella che invita per così dire alla rivoluzione), invece, l’ho trovata meno riuscita o forse era una parte di cui sentivo meno il bisogno, ed è anche quella su cui mi sembra puntare di più sia il titolo che la copertina, dal mio punto di vista penalizzando l’insieme.
Nel complesso tre palle e mezzo su cinque, direi.
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