Manuale per ragazze rivoluzionarie: Perché il femminismo ci rende felici di Giulia Blasi

511pz313S7L._SX323_BO1,204,203,200_Il libro di Giulia ha avuto per me il pregio di sistematizzare una serie di elementi (espressioni, comportamenti, botta e risposta) che costellano la vita di ogni donna, provando a dare a ciascuno di essi un significato diverso, e soprattutto diverso nel senso di *alternativo rispetto a quello convalidato dalla società italiana di oggi* che è ancora in larga parte una società patriarcale e “maschio-centrica”.

Il libro di Giulia mi è infatti servito molto per farmi delle domande su come vedo certi miei comportamenti, su come vivo certe espressioni che magari io stessa uso. O per chiedermi come vedo comportamenti, espressioni e dinamiche che mi vedono coinvolta o vedono coinvolti uomini e donne che conosco.

Ho trovato quindi estremamente utile la prima parte, quella della autocoscienza e auto-consapevolezza: una parte che avrei voluto e vorrei poter far leggere più che altro ai moltissimi uomini in gamba e intelligenti che conosco, per dire loro “guarda, io stessa da donna – e da donna rompicoglioni, moderna, disinvolta e libera – ho letto cose che mi hanno aperto gli occhi, fallo anche tu”. Mi si dirà che forse gli uomini in gamba e intelligenti son proprio quelli che ne hanno meno bisogno, ma sono anche i primi che secondo me possono capire quanto vantaggio per tutti possa derivare da una migliore partecipazione delle donne alla vita sociale. Non maggiore, perché esse partecipano ovviamente già, ma migliore.

La seconda parte (quella che invita per così dire alla rivoluzione), invece, l’ho trovata meno riuscita o forse era una parte di cui sentivo meno il bisogno, ed è anche quella su cui mi sembra puntare di più sia il titolo che la copertina, dal mio punto di vista penalizzando l’insieme.

Nel complesso tre palle e mezzo su cinque, direi.

Lo potete acquistare qui.

Il Paese dalle Ombre Lunghe di Hans Ruesch

downloadUn meraviglioso romanzo, che racconta la vita di un Inuit, della famiglia da cui proviene e di quella che si crea quando si sposa e ha figli, di una cultura diversa, ma per alcune cose simile a qualsiasi altra.

Di come cambiano le tradizioni, di come altre cose non cambino mai, di come nella vita di ciascuno ci siano orsi da combattere e freddo da cui difendersi, ma anche risate, corse veloci sul ghiaccio sfidando vento e sole, la vita e la morte.

Uno dei libri della mia adolescenza.

Quattro palle e mezzo su cinque.

Credo sia sostanzialmente fuori catalogo: su Amazon me lo danno solo qui.

Zona di alienazione: Chernobyl, una mattina d’estate di Sergio Pilu

51XqXM+R3VLIl 26 aprile 1986 ha inizio il disastro nucleare alla centrale di Chernobyl.

Trentadue anni dopo un gruppo di amici decide di fare un viaggio per visitare quei luoghi. Per vedere cosa è rimasto, cosa è scomparso. Per fare i conti con la messa in scena allestita a beneficio dei turisti come loro ma anche con la verità che cresce e fa capolino, come le piante che crescono apparentemente indifferenti tra i ruderi di una città svuotata in uno schioccar di dita.

La cronaca dei pochi giorni trascorsi fuori e dentro Chernobyl è alternata al racconto dei ricordi dell’autore bambino, con il padre poliziotto messo di guardia a Seveso dopo il disastro della diossina.

Un parallelismo tra due incidenti con magnitudo molto diversa, ma che aiutano a dare un contesto personale e intimo: amo sempre molto l’alternanza tra piccolo ed enorme, tra personale e universale (come negli Appunti per un naufragio di Davide Enia che alterna il racconto dei naufragi a Lampedusa con la storia del proprio zio).

Scritto in modo splendido, era una storia da raccontare e l’autore è riuscito a farlo bene, ma ci sono tre cose che lo avrebbero reso migliore:
1) ci avrei voluto anche vedere le foto scattate durante il viaggio e che vengono lungamente raccontate.
2) è troppo breve.
3) manca il “dopo”: si racconta di come è stato decidere di andare, cosa ne hanno detto gli altri, cosa si sono detti i membri del gruppo, cosa è successo durante il viaggio. E dopo? Cosa si è portato a casa l’autore? E gli altri membri del gruppo? E le loro famiglie?Gli altri?

Cosa resta, dopo un viaggio così? Forse resta semplicemente il bisogno di scriverci su e di farlo leggere agli altri.

Merita assolutamente la lettura: quattro palle abbondanti su cinque.

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Pompei è viva di Eva Cantarella e Luciana Jacobelli

download (1)Sempre interessante approfondire come si svolgesse la vita quotidiana in un altro tempo o in un altro luogo: sui si tratta di Pompei e di quello che si è capito delle abitudini, degli usi e dei comportamenti dei romani che la abitavano da ciò che gli scavi hanno nei secoli restituito.

Interessante ma – come spesso accade – la voglia di tenere su un piano di leggerezza questi volumi, per avvicinarli più facilmente al grande pubblico, paga in termini di dettaglio e di approfondimento.

Tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

La memoria rende liberi: La vita interrotta di una bambina nella Shoah – di Enrico Mentana e Liliana Segre

41CJ8CCUQDL._SX327_BO1,204,203,200_Mentana raccoglie i ricordi e i racconti di Liliana Segre, deportata appena tredicenne ad Auschwitz dove è riuscita a sopravvivere, a tornare a casa e a costruire una lunga vita, piena di affetti e di piccole gioie.

Liliana racconta che dopo anni lungo i quali ha desiderato solo guardare avanti, con l’avanzare dell’età ha invece sentito l’urgenza e la necessità di raccontare della propria quotidianità di studentessa che cerca di finire gli studi, di figlia, di bambina, il tutto all’interno di un contesto che oggi ci sembra chiaro e definito ma all’epoca era avvolto nell’incertezza di quello che sarebbe accaduto, finché un giorno non arrestano te e la tua famiglia. E si apre un perenne oggi dove il dono di una fetta di carota quando domani si potrebbe morire di fame è il simbolo della carità assoluta verso un altro essere umano, solo per averne percepito la sofferenza e il bisogno come se fosse il proprio.

Le storie legate ai campi di concentramento e al nazifascismo hanno da sempre un fascino assoluto per me, perché mi sembra così plausibile il poter passare il limite tra umanità e disumanità che ho bisogno di ricordare sempre a me stessa quanto poco basti a perdere il senso della misura, quanto sia facile abituarsi all’inaudito, quanto sia vicino l’inferno.

Questo volume è molto bello anche se un po’ breve. Quattro palle su cinque.

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Ragazze elettriche di Naomi Alderman

71VWJR1yUkLRomanzo che parte da uno spunto interessante: e se ad un certo punto alle ragazze iniziasse a svilupparsi un nuovo organo, una “matassa” in grado di accumulare e rilasciare scariche elettriche? E se imparassero a controllare e ad usare questa forza, questo “dono” per ribaltare gli equilibri di forza che da sempre vedono le donne soccombere perché fisicamente e poi socialmente più deboli (nell’originale è “the power”, che significa anche potere)?

Come cambierebbe se le donne potessero prima solo difendersi e poi anche attaccare gli uomini che le aggrediscono o che le mettono in condizioni di sottomissione e inferiorità?

Se vogliamo si pone in una linea di continuità con Il racconto dell’ancella, nell’utilizzo di un mondo distopico come strumento di analisi del mondo reale, ma con esiti ben meno elevati.

Uno spunto interessante anche se si perde decisamente per strada e alla fine strappa solo tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.