Replay – Una vita senza fine di Ken Grimwood

2464503Un libro bizzarro e multiforme. Con questa copertina è stato venduto come libro di fantascienza o simili, con una copertina ed un titolo diversi, invece è stato proposto come una sorta di romanzo rosa, con coro di buuuu incorporato.

Il racconto infatti si apre sulla morte del protagonista.

Il che potrebbe – ne converrete – portare al più breve romanzo della storia, se non fosse che, pur morendo a tutti gli effetti (infarto e rivisitazione di tutta una vita in un istante inclusi), un momento dopo si sveglia nella propria cameretta al college, trasportato indietro nel tempo di trent’anni, ma con tutti i ricordi della propria vita intatti.

Si ritrova quindi a dover ricominciare ad andare a lezione di materie nelle quali si è già laureato, ritorna agli appuntamenti a cui è già andato trenta anni prima con la morosa dell’epoca, eccetera. Ben presto si rende conto di come possa sfruttare le conoscenze acquisite nell’esistenza precedente non solo a livello personale, ma soprattutto quelle su eventi pubblici (andamento della borsa, risultati sportivi…) per migliorare la propria vita, fare soldi, ottenere ciò che vuole… finché non muore di nuovo e si risveglia di nuovo.

E – attenzione – non è nemmeno il solo a cui succeda.

Romanzo che parte bene, ma poi si dilunga un filo troppo e si perde un po’ nel finale, che non mantiene del tutto ciò che ha promesso all’inizio.

Tutto sommato però merita senz’altro una lettura. Tre palle e mezzo su cinque.

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Kobane Calling di Zerocalcare

“I cuori non sono tutti uguali”.

E’ questa frase, il fulcro di Kobane Calling. Perché, come spiega Zerocalcare, non tutti possono essere toccati nello stesso modo da quello che succede nel mondo, ma quando quello che ha dato forma al tuo cuore (“gli insegnamenti, le cose trasmesse, quelle che ti hanno fatto piangere, quelle che ti hanno fatto ridere, il sangue che ti ribolliva dentro e quello che ti hanno fatto sputare fuori”) ti spinge in una direzione, allora è lì che devi andare.

Questo è il racconto in fumetto di un viaggio fatto da Zerocalcare (lo stesso di L’elenco telefonico degli accolli) nella zona di Kobane, una città nel nord della Siria nell’attuale Kurdistan siriano, che viene descritta come luogo-simbolo della resistenza curda. Un viaggio che lui racconta come se non avesse fatto niente di speciale, perché le cose speciali le facevano quelli che aveva di fronte.

L’esperienza diventa occasione per guardare a se stessi con occhi diversi: per cosa vale la pena di vivere, per cosa valga la pena morire. Cosa diamo per scontato nella nostra vita di tutti i giorni. Cosa significa cambiare anche solo per pochi giorni ma in modo radicale il proprio modo di vivere. Come è fatto il nostro cuore e dove ci spinge ad andare: perché uno si immagina che chi lotta per la libertà sia sempre Rambo, invece magari è la ragazza secca come un pulcino che se fosse nata a Matera sotto Natale farebbe i pacchetti al centro commerciale, invece siccome è nata a Kobane, imbraccia un mitra per difendere la propria libertà.

Calo l’asso: per me è imprescindibile, una pietra miliare della letteratura italiana degli ultimi anni.

Cinque palle su cinque.

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Life di Keith Richards

2pzcgnkLetto perché me ne parlavano tutti benissimo, a me non è piaciuta un granché. Forse anche perché son sempre stata più appassionata dei Beatles, forse perché a me del mito del rocker sesso droga & rock ‘n’ roll non è che sia mai fregato un granché, forse perché mi sono annoiata tanto dietro a tutti i *mi drogherei ancora volentierone, se solo girasse ancora roba buona come un tempo*, i *scrivo canzoni col dito mignolo del piede sinistro mentre mi gratto la panza e cerco di scaldarmi una ciotola di noodles e non so proprio come sia successo è uscita una hit da milioni di copie* e i *figata ho incontrato dio e non ci crederete mai ma mi ha chiesto lui l’autografo*.

Oh bravissimo eh, il valore di Keith Richards nella storia della musica non si discute, però ammazza che due palle. Come quelle che assegno a questo volume.

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Riti di guerra – Religione e politica nell’Europa della Grande Guerra di Sante Lesti

Il9788815258045_0_0_1590_80 titolo “Riti di guerra” potrebbe far pensare agli appassionati di Game of Thrones o Braveheart che si tratti di un manuale su rituali pseudo-barbari o medioevali di preparazione a scontri belluini: una specie di versione europea della Haka maori, insomma.

Invece i riti sono molto più semplicemente quelli cattolici e il volume tratta nello specifico il fenomeno della consacrazione al Sacro Cuore di Gesù di eserciti e/o intere nazioni durante la Prima Guerra Mondiale. Il tema – apparentemente tedioso e di nicchia – è invece ricostruito scrupolosamente sulla base di documenti dell’epoca (giornali, bollettini, diari e lettere) e va a ricomporre un quadro ben raccontato.

Certamente per molti versi il tema dei riti di consacrazione non sembra più avere oggi molta rilevanza, ma resta molto interessante vedere come lo stesso obiettivo venga declinato in modi a volte molto differenti nei vari stati europei a seconda del modello sociale, delle strutture preesistenti e del grado di influenza dei soggetti che se ne fanno promotori, e scoprire gli esiti a cui conducono le varie azioni. Così come seguirne le ripercussioni sulle dinamiche economiche, comportamentali e sociali.

Il volume costituisce lo sviluppo di una tesi di dottorato in storiografia e rappresenta un eccellente esempio di come una solida ricerca scientifica possa restituire una buona sintesi tra scrupolosità nel metodo e leggibilità del risultato.

Per molti, ma non per tutti, quattro palle su cinque.

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