Finzioni di Jorge Luis Borges

6ab833714016c6937e9e37646fe0cd9e_w600_h_mw_mh_cs_cx_cyInnegabilmente un caposaldo della letteratura. Obiettivamente un testo bellissimo: visionario, evocativo,  geniale. Surreale, citatissimo.

Però – per motivi che non sono stata in grado di individuare – comunque non mi ha conquistata completamente.

Una raccolta di racconti comunque imprescindibile, per chi ama il genere ma anche per chi non.

Quattro palle e mezzo su cinque.

lo potete acquistare qui.

Cattedrale di Raymond Carver

CatturaCarver scrive racconti, e ne scrive di bellissimi.

Storie piccole ma mai insignificanti, il più delle volte dolorose ma inquadrate alla luce di una lampada da lettura che disvela ogni dettaglio. Di solito in casi come questo si usa il termine “impietoso”, per uno sguardo così acuto, ma nulla sarebbe più lontano dal vero, perché Carver di pietà ce ne mette tantissima: la stessa di chi non si mette davanti a te per giudicarti, ma ti si siede accanto e ti mette un braccio sulla spalla e ti dice che ti capisce perché c’è passato. E tu senti chiaramente che è vero.

Bellissimo, anche se nelle raccolte di racconti è sempre difficilissimo mantenere un livello eccelso in tutti allo stesso modo. Quattro palle e mezzo su cinque.

lo potete acquistare qui.

Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» di Edgar Allan Poe

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Poe è un genio. Ha scritto cose di una unicità e di una bellezza assolute e cristalline, e poi ha scritto cose di una pallosità indicibile. Racconti, poesie, saggi, persino un piccolo romanzo, qui raccolti integralmente.

Questo compendio Newton Compton della serie I Mammut (che hanno tutti immancabilmente copertine meravigliose con queste caricature esilaranti) è stato lunghissimo da finire (992 pagine) e a tratti sofferto, perché mentre i racconti del terrore hanno lo stesso immutabile fascino della prima volta che li lessi in una notte buia e tempestosa della mia adolescenza, durante un temporale estivo di quelli così improvvisi e violenti da sembrare vivi, moltissima altra produzione forse sconta il tempo, forse pure lui era meno convinto nello scriverli o aveva dei conti da pagare o non so: so che mi son rotta parecchio le scatole e ho avuto la sensazione di essere spesso sommersa dal tedio con vivifiche boccate d’aria quando trovavo i pezzi più belli. Chiedo ufficialmente scusa a Leonardo detto Il Maestro: spero tu possa perdonarmi per questo.

Facendo media, nel complesso tre palle su cinque.

Potete acquistare qui la versione digitale e qui la versione cartacea.

La donna che scriveva racconti di Lucia Berlin

foto2Raccolta di racconti, ma l’ispirazione autobiografica li rende molto coesi, oltre che molto veri e bellissimi.

Ne emerge il ritratto di una donna fragile, che vive senza libretto di istruzioni, imparando quel che può da quello che le accade e facendo i conti ad armi basse con i propri naturali errori e debolezze.

Si  legge d’un fiato, quattro palle e mezzo su cinque.

Lo potete acquistare qui.

Scusate il disordine di Luciano Ligabue

ligabue-libro-2016-scusate-il-disordineRaccolta di racconti del Lucianone nazionale, ormai stabilmente convertito alla multi-disciplinarietà (oltre che cantautore, anche regista e scrittore).

Qui irrompono due elementi finora generalmente estranei ai suoi precedenti libri: la musica e l’elemento magico. Il risultato è un susseguirsi di storie surreali, alcune più convincenti e altre meno, ma nel complesso è uno stile che mi piace.

Tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

 

Il discepolo del demonio di Shiro Hamao

408Raccolta di racconti noir di un autore giapponese risalente agli anni trenta del secolo scorso. Ambientazione, introspezione psicologica, una capacità insolita di presentare i fatti dai diversi punti di vista (emotivi soprattutto) dei personaggi, ne fanno un ottimo volume.

Quattro palle su cinque.

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Questa è l’acqua di David Foster Wallace

wallace-df_acqua1Raccolta di sei racconti dell’autore di Infinite Jest.

Gli argomenti toccati son quelli che ritrovi spesso nella sua produzione: l’amore, la depressione,  il ribaltamento della logica e di certe convenzioni sociali, l’isolamento e lo straniamento del singolo nella società.

Tutto molto bello, ma la sua attenzione morbosa per i dettagli resta per me il vero scoglio. Si vede che ha una mente vulcanica, che ogni cosa che scrive gliene fa venire in mente altre duecento, che dietro ad ogni frase si apre una porta che, se aperta, condurrebbe ad altre decine (migliaia?) di pagine e lui fa uno sforzo enorme per contenere il tutto. Quello che proprio non può fare a meno di lasciar fuoriuscire va nelle note, il resto lo accenna o lo lascia presagire. Insomma: lo affronti come si guarda un bulimico mangiare. La lettura in certi momenti ne risente: alle volte lo perdi un po’ per strada, anche se i temi affrontati arrivano a piantarsi dritto nel cuore e nella mente, con una Verità piena e assoluta.

E’ uno di quegli autori che traspaiono continuamente in ciò che scrivono e che avresti voluto conoscere davvero.

Tre palle e  mezzo su cinque.

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Delitti di lago – Antologia di racconti gialli di Autori vari

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Raccolta di racconti gialli presentati a Giallostresa – noto concorso letterario – tutti legati in vario modo alla apparente immobilità del lago. Ciascuno di essi rivela invece quanto poco chete siano le acque lacustri, così come le anime di coloro che vivono la propria esistenza lambendo quelle rive.

Molti hanno scelto di ambientare le proprie storie nel periodo fascista, il che – per me – dà sempre un qualcosa in più. Per certi versi questo mi ricorda i romanzi di Andrea Vitali, per altri il primo periodo – amatissimo – di Carlo Lucarelli.

Il livello medio è buono, con un paio di elementi di spicco e un paio invece tediosi. In media tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui: Delitti di lago

Non esiste saggezza di Gianrico Carofiglio

8611519Giusto sabato mattina mi son sentita ripetere per la milionesima volta “ma come, tu leggi racconti? I racconti in Italia non si vendono”. Il motivo ragazzi è semplice, secondo me: è che è difficilissimo uscire con una raccolta di pezzi diversi dove il livello rimanga elevato in ciascuno di essi. Non fa eccezione questo Non esiste saggezza di Carofiglio, che prende il titolo dal primo dei brevi racconti che lo compongono e che rimane uno dei migliori. Poi – capirai – di Carofiglio, di Camilleri e se vogliamo pure di Lucarelli uno si comprerebbe pure le ciabatte usate, figurati se non mi porto a casa una raccolta di racconti.

Tra tutti i pezzi si distingue soprattutto Il maestro di bastone, che da solo vale la lettura dell’intero volume (che peraltro, grazie ad una dimensione del carattere da ipovedenti, si chiude comunque molto alla svelta).

Consigliato per chi perde l’attenzione dopo poche pagine, perché tanto dopo poche pagine la storia finisce, e consigliato alle persone di una certa età che ci vedono poco e a cui piace lo stile consolatorio, curato e malinconico di Carofiglio.

Tre palle su cinque.

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Il paese dei desideri – Il ricordo di Hiroshima di Hara Tamiki

421Ho già recensito un libro giapponese il cui titolo inizia con “Il paese…” si vede che ai giapponesi piace vedersi paese o che io scelgo i libri che si somigliano tra di loro: il mio gusto invariabile è testimoniato anche dalle 40 e più paia di pantaloni neri tutti simili che ho nell’armadio *sigh*.

Torniamo a Il paese dei desideri. Si tratta di una raccolta di 5 racconti (preceduti da una bella prefazione di Ōe Kenzaburō) il cui autore ha vissuto due eventi drammatici che ne hanno segnato significativamente gli ultimi anni di vita e la produzione artistica: il primo evento, di natura intima e privata, è stata la morte nel 1944 dell’amatissima moglie, dopo lunghissima malattia. Di lei aveva detto: “Se dovessi perdere mia moglie, mi piacerebbe vivere solo un altro anno per lasciare una raccolta di poesie tristi e belle”, e questa pare fosse effettivamente la sua intenzione, ma a sospendere tutto intervenne il secondo evento, di portata mondiale: il bombardamento atomico di Hiroshima, sua città natale. Esposto alle radiazioni, ma ancor più alla portata devastate delle ripercussioni sociali e psicologiche di tale tragico episodio su di sé, sulla propria famiglia e sulla società, fece del proprio lutto personale e dell’atomica i due temi portanti della propria produzione artistica successiva. Morì comunque suicida nel 1951 e – vi dirò – come potrete facilmente intuire, non è che traspaia tutta questa joie de vivre dalla lettura eh. Anzi.

Però, di tutti i racconti, uno da solo merita la lettura di tutto il resto: si tratta di Sulle rive di una morte meravigliosa (lo so, il titolo, lo so. E’ triste anche questo, però è bellobbello). Tre palle su cinque di media fra tutto, via.

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