Lasciami andare, madre di Helga Schneider

5ef27af53e107a4cbd57b491871d20a1_w600_h_mw_mh_cs_cx_cyLibro comprato anni e anni fa dopo una recinzione a radio DeeJay di Daria Bignardi. Porca merda che bello. Un pugno allo stomaco. Troppo breve, eppure non so se avrei retto emotivamente una sola pagina in più.

La trama? Semplice: una donna ormai matura riceve una lettera che la invita ad andare a trovare in ospizio la propria madre, dopo vent’anni di reciproca indifferenza. Una madre che l’ha abbandonata in tenerissma età e poi rivista una unica volta, trent’anni dopo. Il perché di un reciproco rifiuto così netto è tanto terribile quanto inesorabile: da un lato la madre è una donna così stordita dalla retorica nazista da ritenere di poter meglio realizzare se stessa abbandonando i propri figli per diventare una SS e poi la guardiana in un campo di concentramento, dall’altro la figlia, una donna che rifiuta l’idea che la propria madre, carne della propria carne abbia potuto rendersi complice di una tale mostruosità.

Bellissimo e tremendo. Cinque palle su cinque.

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