Secondo libro di Presta letto, dopo Il piantagrane. Oh, a me lui piace.
Lo stile, la capacità di raccontare una storia e di farlo in modo preciso ma non pesante, l’infondere nella psicologia dei personaggi delle riflessioni che sono quelle che secondo me molti (non tutti) fanno nel corso della propria giornata (o forse sono io che mi faccio un milione di seghe mentali continuamente e leggere un libro in cui i protagonisti pensano, si interrogano, riflettono, dubitano e non solo *fanno* è stato bello).
Bello, bella storia, quattro palle su cinque.
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