Avevo già letto il “prequel” cioè Il Dio del fiume, ma me ne sono accorta solo ieri sistemando la libreria. Per dire che Wilbur Smith ok, bello, però anche chissenefrega.
Una storia che si lascia leggere, ampiamente inverosimile e raffazzonata, ma il mestiere c’è e si arriva in fondo sereni e pasciuti. Forse finirlo alle due del mattino non è stata una idea fulgida, alla luce del successivo incubo in cui mi mummificavo da sola, ma non gliene faremo una colpa.
Nel suo genere tre palle su cinque.
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piccole recinzioni 