Ho preso questo libro per caso, in una tornata di acquisti compulsivi online. Non me ne aveva parlato nessuno, non ne sapevo nulla. E ho trovato un tesoro.
Un libro di una bellezza di altri tempi, non solo perché la storia traccia la vita di una giovanissima donna, Ione, negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, ma soprattutto per lo stile di scrittura: bellissimo, curato, strutturato senza essere arzigogolato o pesante o faticoso.
Ione dalla natia Toscana eredita vocaboli, costruzioni lessicali e una istintiva dedizione alla parola, che raffina e approfondisce attraverso gli insegnamenti, le letture e le conversazioni col tutore a cui viene affidata, professore erudito, letterato e studioso che la conduce con sé in Sicilia perché assista la figlia autistica. Ma mantiene un legame istintivo e ancestrale con il destino – ereditato per linea materna – di una vita avvolta nella magia di campagna, quella delle donne che preparano decotti con le erbe, che praticano aborti clandestini e accompagnano i malati alla morte (qualcosa di simile a quanto narrato nel bellissimo Accabadora di Michela Murgia), figura che qui viene chiamata “corimante”.
Un libro che ti costringe ad amare questa ragazzina nata fosca e selvatica come la Maremma da cui proviene, ma abbagliata e disvelata dalla luce improvvisa e impietosa di quella struttura sociale così ostentatamente pubblica di una Sicilia dura e divisa tra proprietari terrieri e contadini, avvolta nelle nebbie del fascismo e di un destino oscuro che incombe.
Cinque palle su cinque anche se non è un libro che consiglierei a chiunque.
Lo potete acquistare qui.