Lui è tornato di Timur Vermes

61930i2bc7nlLibro letto perché consigliato da Ipazia (SI VA BENE ADESSO LA SMETTO E IMPARO A SCEGLIERE DA ME). “Lui” è Hitler. Lo spunto iniziale è destabilizzante e geniale: Hitler non è morto, e si risveglia in mezzo ad un parco nella Berlino del 2011. Il libro, narrato dal suo punto di vista, racconta la Germania moderna e le dinamiche sociali contemporanee filtrate attraverso uno schema di lettura nazista, dimostrando non tanto che la realtà moderna è ancora simile a quella, ma che quella realtà non è stata una bolla di follia inspiegabile. Quella follia esasperata si è radicata semplicemente sui difetti e i desideri che sono propri di ogni società contemporanea.

Complessivamente un buon libro, anche se 1) non posso fare a meno di pensare che Hitler non avrebbe in realtà agito come nel romanzo si immagina, almeno non l’Hitler completamente folle degli ultimi anni, quindi per buona parte del libro mi son detta “mah, non ce lo vedo” 2) il 20% di note su perché l’autore ha scritto quello che ha scritto e come io me le sarei risparmiate (e infatti me le sono risparmiate). Tre palle su cinque.

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Alta fedeltà di Nick Hornby

alta-fedeltaUn libro che mi attendeva al varco da moltissimo tempo. Ne avevo sentito parlare da Plettrude sul suo blog, lo cita sovente anche lo stesso Casu (Casu spacciatore di libri). Un romanzo gradevole, in grado di dipingere con vivida efficacia la Londra della metà degli anni novanta e che racconta una storia dove il protagonista è tutto tranne che un eroe. Al contrario, egli vive una vita nella quale sembra fare a gara con se stesso per deludere aspettative e prospettive (proprie, della famiglia, della fidanzata), prima che sia la realtà in cui vive a farlo. Come se l’unica mossa rimastagli in mano sia divenire lui stesso l’artefice del proprio fallimentare destino, a cui si sente inesorabilmente indirizzato. Efficace e interessante. Non mi ha convinta però del tutto: forse avrei dovuto leggerlo prima, forse da un lato mi son sentita troppo simile al protagonista per non provare un sottile senso di repulsione, forse dall’altro non ho apprezzato la conclusione del romanzo, che giunge a chiudere troppo frettolosamente e senza un vero guizzo una storia tanto pazientemente cesellata.

Tre palle su cinque.

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Biscotti al malto fiore per un mondo migliore di Laura Sandi

sandiLibro letto perché consigliato da Ipazia. Non lo so, forse perché l’ho letto in un pigro e sonnacchioso pomeriggio in campagna, stesa sul letto, in penombra, ma non mi ha fatta impazzire. La trama non è male, ma boh… tre palle su cinque.

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La contea dei ruotanti di Franco Bomprezzi

cop_conteaLibro letto perché suggerito da Sergio Mistro (ciao mistrolino, ti voglio tanto bene). Tratta il tema della disabilità fisica da un punto di vista per me originale. Lo stile narrativo non è straordinario, ma la storia costringe ad una inversione della prospettiva che stimola riflessioni necessarie. Interessante. Tre palle su cinque.

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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon

lo20strano20caso20del20cane20ucciso20a20mezzanotte_haddonDopo averne sentito parlare a lungo, e ultimamente di nuovo su Friendfeed, l’ho letto. Non che mi aspettassi molto, ma onestamente è stato rapidamente rubricato sotto la voce “libri furbetti” insieme (ad esempio) al L’eleganza del riccio. Scritto con il chiaro intento di schiacciare l’occhio al lettore dandogli di gomito (una su tutte la numerazione dei capitoli per numeri primi, cosa che viene anche chiarita nel romanzo stesso tipo “ohi, hai visto? sto numerando i capitoli coi numeri primi, hai visto? eh? eh? lo hai notato?”), da un lato si para il culo non parlando mai esplicitamente della “patologia” del protagonista/io narrante della storia, così che nessuno possa dire “oh vedi che stai dicendo un mare di cazzate, quelli che hanno quel problema lì non sono così”, dall’altro gli assegna una serie di caratteristiche in teoria compatibili con la patologia stessa, ma poi le tratta in modo del tutto incoerente (non voglio spoilerare troppo). Inzomma, per fortuna è breve. Due palle su cinque.

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Revolutionary Road di Richard Yates

revolutionary_roadNon ho visto il film e arrivo a leggere il libro dopo il più classico dei viatici: “è bellissimo, fa piangerone” (cit. Divara). Credo di averlo letto nel momento giusto: da single. Come ho già detto a qualcuno in privato, ha la tipica atmosfera soffocante e perfettina degli appartamenti dell’America anni ’50/’60 coi soffitti bassi, tappezzeria e moquette verde pisello, tutto minimal e precisino. Dentro cui persone apparentemente serene e sorridenti si squartano reciprocamente le anime. Un libro ben scritto, che così come scorre senza intoppi nella lettura, allo stesso modo continua – dopo averlo finito – a scavarti dentro.

Consigliatissimo (tranne alle coppie in crisi).

Cinque palle su cinque.

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Il circolo Pickwick di Charles Dickens

phpThumb_generated_thumbnailjpgMattonazzo di svariate pagine, nasce per essere letto pubblicato a puntate come tutti i mattonazzi dell’epoca. Per questo motivo la lettura continuativa sconta il fatto che ogni volta l’inizio capitolo deve in breve riassumere la fine del capitolo precedente – a sua volta – la fine deve fare da traino per il capitolo successivo. Ciò nonostante ha momenti brillanti che non mi aspettavo.

Complessivamente direi tre palle su cinque.

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