La giostra degli scambi di Andrea Camilleri

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Camilleri spinge a fondo l’acceleratore sull’uso dei dialettismi, rendendomi per la prima volta faticosa la lettura, soprattutto nelle prime pagine: se non fosse stato un Montalbano probabilmente l’avrei mollato lì.

La trama poi è meno solida e convincente del solito, e su tutto aleggia una patina di anzianità, minestrina e ciavatte strascicate, senza riuscire a capire se sia l’avanzare dell’età ammesso dallo stesso Montalbano – che rinuncia ad una nuotata rinvigorente perché non se la sente più – o se sia l’intreccio ormai stanco dei personaggi che forse hanno detto un po’ tutto quello che avevano da dire o ancora se sia la reale senilità dell’autore, che traspare forse per la prima volta dalla scrittura.

Tre palle su cinque.

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È così che la perdi di Junot Diaz

immagineLetto perché mi avevano consigliato un altro libro suo (La breve favolosa vita di Oscar Wao, Premio Pulitzer 2008) che non ho trovato.

Lo stile è particolare (narrazione veloce, frammista di termini presi – come nell’originale – dallo slang dominicano o dintorni), ma la trama non mi ha conquistata del tutto: racconta la storia di uno scrittore che tradisce la morosa e scopre di amarla solo quando lei, accortasi del tradimento, lo molla. Il libro è il racconto per flashback e pillole della formazione affettiva (o meglio anaffettiva) del protagonista, per spiegare come è giunto fin lì. Mah. Gli anaffettivi hanno rotto quattro quinti di minchia: il vostro bisogno di trattare di merda la gente, sbattendovene il cazzo delle conseguenze delle vostre azioni infilatevelo nel naso e ravanate forte.

Due palle su cinque.

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Ivanhoe di Sir Walter Scott

download (2)Ponderoso mattonazzo da lettura liceale/adolescenziale (una di quelle cose che ti ritrovi in mano tra i 12 e i 17 anni e divori in una notte).

Era una rilettura, mi era piaciuto un sacco, confermo la bellezzitudine. Miscellanea di Robin Hood, cavalieri, dame dalla bellezza maestosa, l’ebreo errante, Riccardo Cuor di leone e Giovanni (ma senza il Sir Bis disneyano, purtroppo), un gran romanzo.

Quattro palle su cinque.

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La grande fuga dell’Ottobre Rosso di Tom Clancy

download (1)Rilettura numero 3297497 di un grande classico di Tom Clancy. Niente da fare, lo rileggo ogni cazzo di volta che passa il film in tv. Libro e film si differenziano per alcuni snodi della trama (e le soluzioni adottate nel film non sfigurano affatto) ma il libro si sviluppa su tipo settecento pagine quindi Clancy si regala il tempo di metterci un sacco di roba. Oh a me piage.

Cinque palle su cinque nel suo genere.

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Venezia è un pesce di Tiziano Scarpa

88-07-88189-3_Scarpa_Venezia è un pesce.inddDivara mi devi dei soldi, da bere o qualcosa per risarcirmi di questa lettura. Grazie a dio e alla madonna è breve. Mammasaura che due coglioni, l’ho odiato e alla fine leggevo una riga su tre. No. Cioè, una passeggiata per Venezia con dadevoti e la mia amica Maggie è stata cento volte più isruttiva, divertente, brillante e interessante.

Due palle su cinque (ma molte di più quelle che mi sono fatta).

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Il Silmarillion di J.R.R. Tolkien

511lk-zku2l-_sx323_bo1204203200_Pesante? Per molti, forse. Leggibile? Dipende. Bellissimo? Assolutamente sì.

Non so, forse bisogna essere portati per questo genere di lettura, ma per me sta tra i capolavoroni della letteratura mondiale. Adoro il leggerlo come se fosse lo studio  appassionato di un embrione, nel quale scorgi il germoglio del mondo che sarà rappresentato in tutta la sua pienezza ne lo Hobbit e ne Il signore degli anelli (e nelle opere “minori” di Tolkien), ma ha una sua valenza propria impagabile. Frammentario (nella stesura, e nella lettura) non aiuta chi ha bisogno di una trama “facile”, ma ha il sapore intenso dei vini strutturati, invecchiati, saggi, dei quali non ti stanchi di sondare le profondità. Un libro “a parte”, un libro “oltre”.

Era una rilettura e confermo le cinque palle su cinque.

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Stoner di John Williams

image_bookQuando l’ho finito non riuscivo a dormire: madonna madonna.

Quando uno arriva ad un libro che tutti ti dicono “bellissimo” possono succedere due cose: che leggi “Va dove ti porta il cuore” e vorresti uccidere tutti quelli che te lo hanno consigliato o almeno inizi a guardarli male, con sospetto, come se ad un tratto avessero un’aria diversa, più triste, più stupida. Oppure può succedere che sei in tram che vai ad una serata con una amica e non hai niente da fare e inizi qualche pagina sul telefono, senza pretese, tanto per passare il tempo, di un libro che tutti quelli che stimi ti hanno detto “leggilo”. E ti accorgi che hai già letto due capitoli, che non sei più a Milano in una serata in cui stranamente non piove, ma stai attraversando i viali alberati di una Università americana di inizio XX secolo e non sei più tu e non pensi più a quello che ti stava capitando, perché quello che ti sta capitando, adesso, è lì nel libro. Ed è una vita normale, banale, un po’ triste ma con momenti felici, in cui fai degli errori ma provi a tirare fuori il meglio con quello che hai, e quando qualcosa di meraviglioso ti succede lasci che accada perché non sai come fermarlo, e se è necessario lo lasci andare via, leggero come la neve che cade e copre tutto. Come in The Dead di Joyce. Tutta la brutta letteratura si assomiglia e ha il sapore della noia. Tutta la bella letteratura è unica e allo stesso tempo ti ricorda altre cose bellissime che hai letto: Yates, Roth, Joyce. Così come Revolutionary Road ti lascia lo stomaco straziato come una foresta travolta da un tornado, Stoner te lo lascia come un campo arato dalla vita. La vita come è, come deve essere, come può essere se riesci a viverla come se avesse un significato, ma senza volerle dare a tutti i costi un senso. Un libro che ti fruga dentro. Bellissimo. Consigliatissimo.

Cinque palle su cinque.

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La ragazza di Bube di Carlo Cassola

41nl-gb7shl-_sx320_bo1204203200_Lo avevo letto al liceo, lo ricordavo bellissimo e alla rilettura dopo tanti anni non ha scontato il peso del tempo che passa. La differenza è che quando lo lessi all’epoca mi sembrò il libro di Bube, adesso ho compreso forse davvero perché sia il libro della ragazza di Bube.

Credo che il motivo dell’entusiasmo con cui continuo a leggere e rileggere libri e saggi e romanzi sulla seconda guerra mondiale e sul periodo immediatamente successivo sia che in momenti estremi come quello emergono con maggiore chiarezza certe dinamiche ricorrenti nell’animo umano. Il modo di reagire a certe debolezze, a certe paure. È facile mimetizzarsi, nella mediocrità di una società pacificata e addomesticata, ma quando tutto intorno a te è incerto – e anche tu non sai che passi muovere – sei costretto a uscire allo scoperto e a fare i conti con quello che sei, con quello che vuoi, con quello che puoi fare e non puoi fare. Ho amato Il partigiano Johnny, ho amato anche La ragazza di Bube. Leggetelo.

Quattro palle su cinque.

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Anna Karenina di Lev Tolstoj

imagesHo poca confidenza coi russi, e questo è l’anno buono.

Questo Anna Karenina è molto più di quello che avessi immaginato: premesso che non conoscevo la storia quasi per niente (non avevo visto film, non lo avevo studiato a scuola), ci sono arrivata davvero senza rete di sicurezza. Ho faticato in lunghi tratti (devo dire che in questo forse la lettura su kindle non ha aiutato).

La trama intreccia le storie di un gruppo di persone legate da rapporti di parentela e amicizia. Su tutte, le due trame principali sono quelle legate ad Anna da un lato e a Levin, marito di una sua “cognata” acquisita, dall’altro. Ho amato subito e tanto la storia di Levin, le descrizioni bellissime della Russia rurale, le contraddizioni che portavano dentro di sé in germe la rivoluzione d’ottobre. Un mondo bellissimo (che mi ha ricordato un altro libro letto l’anno scorso: Nelle foreste siberiane, di Tesson). La storia di Anna, invece, mi ha fatta a lungo incazzare: mi sembrava che lei si comportasse da sciocca, una donna presentata come intelligente brillante, di successo, che sbatte tutto nel cesso senza alcun senso.

Beh, devo dire che non so se lungo il percorso io ci abbia fatto amicizia, se magari la storia avesse bisogno di tutto il suo tempo, se effettivamente durante il romanzo (e dopo averlo finito) il personaggio di Anna acquisti sfumature e profondità che all’inizio ci vengono tenute nascoste, abbagliate dal lucore dei vestiti splendenti e dell’estetica superficiale e algida che rappresenta la aristocrazia del tempo. So che sono giorni che l’ho finito e me la continuo a sentire palpitare nella pancia. So anche che lo rileggerò. Grazie a chi in questi giorni mi ha scritto in privato per condividere i propri pensieri su questo libro: è tra le cose che ritengo preziose della condivisione in rete, le sole che mi fanno ritornare quando me ne allontano.

Gli avevo dato tre palle su cinque, ma forse vado a cambiare il voto su Anobii e saranno quattro su cinque.

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Cose di Cosa Nostra di Giovanni Falcone

41kusynfz-l-_sx325_bo1204203200_Era una vita che volevo leggerlo: famosissimo libro-intervista nel quale Falcone racconta la logica dietro alle dinamiche mafiose. Una chiave di lettura interessante, una lettura imprescindibile per chi sia incuriosito più che dagli aneddoti (che pure ci sono), dalle dinamiche sociali e relazionali che hanno retto la mafia almeno fino alla fine degli anni novanta. La sensazione è che per molti motivi quel modello mafioso sia ormai sorpassato, ma è un libro comunque bellissimo.

Quattro palle su cinque.

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