Ironweed di William Kennedy

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Ho comprato questo libro al Libraccio perché avevo molto sentito parlare del film che ne è stato tratto nel 1987, protagonisti Jack Nicholson e Meryl Streep, che per la loro interpretazione ebbero una nomination all’Oscar.

A parte una storia incredibile, legata alla dedica che ho trovato sulla prima pagina, il libro mi è piaciuto molto.

È molto triste, ma anche molto scanzonato. I protagonisti sono derelitti ai margini della società, che però mantengono una sorta di grazia ed etica nelle relazioni interpersonali: dividono il poco che hanno, si prendono cura l’uno dell’altro, non giudicano perché sanno che ciascuno di loro sbaglia e spesso è solo questione di situazione in cui sei o avresti potuto essere a fare la differenza.

Quattro palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

 

Lincoln nel bardo di George Saunders

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Non potete capire la sorpresa quando ho scoperto che il Lincoln del titolo è proprio Lincoln, quello vero, insomma, Abramo.

Cioè, in realtà è suo figlio ad essere nel Bardo. Che poi uno pensa che il bardo sia il cantore celtico con la cetra, tipo Assuracentourix di Asterix (e resta un po’ lì a chiedersi che ci faccia uno nel bardo) e invece no: qui Bardo è il termine tibetano che rappresenta lo “stato intermedio” buddhista tra la morte e la reincarnazione, quando l’anima non è collegata a un corpo.

Questo è un libro bizzarro assai, con momenti di una bellezza assoluta e altri di una noia letale. Vi si seguono le vicende di alcuni spiriti che vagano in un ordinario cimitero statunitense, defunti senza volerlo ammettere, incastrati tra vita e morte da desideri e bisogni che non possono più riguardarli, ma da cui non riescono a distaccarsi e – in questa spirale di follia, frustrazione e rifiuto della realtà – assistono stupiti, sempre più inconsapevoli e arrabbiati all’abbrutimento delle proprie anime e al disgregamento dei propri corpi, ripetendo ossessivamente racconti e azioni, disturbati di tanto in tanto dalle visite dei vivi o dall’arrivo di nuovi “malati” come loro.

Quando però ad arrivare saranno un ragazzino deposto in una cripta che aspetta suo padre e le visite notturne di un uomo alto e scuro che si vocifera essere il presidente, tutto l’assembramento di anime non potrà restare inerte.

Una lettura la merita, anche se a me non ha fatto impazzire: forse sconta il fatto che nelle intenzioni dell’autore originariamente nasce come racconto e diventa romanzo in un secondo momento.

Tre palle e mezzo su quattro.

Lo potete acquistare qui.

Attentato alla corte d’Inghilterra di Tom Clancy

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In La grande fuga dell’Ottobre Rosso Jack Ryan racconta di essere entrato nella CIA dopo aver salvato qualche anno prima il principe ereditario britannico da un attentato terroristico, in modo del tutto casuale e robambolesco. Tom Clancy ha successivamente scelto di raccontarne igli eventi in Attentato alla Corte d’Inghilterra.

Detto questo la trama è abbastanza meh, tutto sommato in linea con questo tipo di letteratura di intrattenimento, ma niente di imperdibile.

Tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

Il fucile da caccia di Yasushi Inoue

Letto su suggerimento di un

amico che l’ha molto amato. Tre donne molto importanti nella vita di un uomo (la nipote, l’amante, la moglie) gli scrivono tre lettere, in cui gli raccontano la sua stessa storia vista dal loro punto di vista.

Molto breve, molto intenso. A me è piaciuto molto.

 

Quattro palle e mezzo su cinque.

Lo potete acquistare qui.