La lettera d’amore di Cathleen Schine

9788845914300_0_0_626_75La cosa incredibile è che non l’avessi ancora recensito, visto che è un libro che rileggo mediamente almeno una volta l’anno, uno dei miei preferiti di sempre. E tuttavia lo consiglio raramente, perché mi sembra tanto un libro “da femmine”, lontano dalla sensibilità maschile (se mai ne esiste una), una specie di segreto inconfessabile di cui ti vergogni un po’ ma di cui nel tuo intimo vai orgogliosa.

Uno dei motivi per cui mi piace fare le recensioni è che penso davvero che non sia possibile avere un giudizio unico e definitivo su un libro. Certo, volumi come I malavoglia o Guerra e Pace sono piaciuti a così tante persone lungo così tanti anni che è altamente probabile che un nuovo lettore li trovi bellissimi, ma la verità è che potrebbe tranquillamente arrivare qualcuno a dire che gli hanno fatto schifo e ci starebbe tutto.

Allo stesso modo può valere il contrario: libri che in molti hanno trovato mediocri o inconsistenti e che invece a te dicono un sacco di cose. Questo, se vai a vedere le valutazioni che ne danno i lettori su Goodreads o Anobii, è un libro apprezzato fino ad un certo punto, mentre La lettera d’amore è un libro che evidentemente a me parla moltissimo. Forse perché con la protagonista condivido (o vorrei condividere) più di un tratto caratteriale, forse perché adoro le descrizioni dei luoghi, i suoni, i personaggi secondari (dalla bibliotecaria alle commesse della libreria, dal cane Jasper alla mezzaluna di sabbia dove vanno a nuotare la mattina prestissimo, prima che si riempia di turisti). Forse perché è un romanzo dove l’estate è assoluta, dove l’amore è come lo voglio io: ineluttabile e travolgente. Forse perché si parla tantissimo di libri (letti, toccati, venduti, sfogliati, scritti).

Forse perché “la lettera d’amore” che dà il titolo al libro è una delle cose più belle e vere che io abbia letto in vita mia. E per questo la metterò anche qui, perché – almeno questa – la leggiate tutti.

Cara capra,

come ci si innamora? Si casca? Si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sul marciapiedi, sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi oltre l’orlo di un precipizio, per sempre?
So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di vederti. Non un muscolo si è mosso. Nessuna brezza agita le foglie. L’aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo.
Sto bruciando. È troppo banale per te? No, e lo sai. Vedrai. È quello che capita, è quello che importa. Sto bruciando.
Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non c’entra. Se ci bado. Ma non bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi, una casa piena di fratelli, legati dal sangue, che si dilaniano in una faida:

“Mi sto innamorando”.
“Tipica scelta stupida”.
“Eppure… L’amore mi tormenta come se fosse dolore”.
“Sì, continua così, manda a puttane la tua vita. È tutto sbagliato e lo sai. Svegliati. Guarda le cose in faccia”.
“C’è una faccia sola, l’unica che vedo, quando dormo e quando non dormo”.

Stanotte ho buttato il libro dalla finestra. Ho provato a dimenticare. Tu non vai bene per me, lo so, ma quello che penso non mi interessa più, a meno che non pensi a te. Quando sono accanto a te, davanti a te, sento i tuoi capelli che mi sfiorano la guancia anche se non è vero. Qualche volta guardo altrove. Poi ti guardo di nuovo.
Quando mi allaccio le scarpe, quando sbuccio un’arancia, quando guido la macchina, quando vado a dormire ogni notte senza di te, io resto,

come sempre,

Montone

Cinque palle su cinque, lo potete acquistare qui.

Tutto da capo di Cathleen Schine

5000000254796_0_0_0_768_75Ammetto di avere un debole per la scrittura di Cahtleen Schine dai tempi di La lettera d’amore, rispetto al quale però la trama è meno interessante e i protagonisti non sono tratteggiati con la stessa ironia e particolarità.

Resta comunque – a mio gusto – molto interessante il tema di fondo: cosa succede quando una coppia si separa dopo tanti anni insieme e la protagonista deve fare i conti – oltre che con una prospettiva completamente nuova sul proprio futuro – anche con le banali necessità materiali e quotidiane? Cosa succede quando passi dal benessere di un appartamento amatissimo e arredato con gusto con vista su Central Park ad una casa di campagna piena di spifferi e mobili di fortuna? Cosa succede quando si trasferiscono con te due figlie, ciascuna con i propri problemi e il proprio personale fallimento? Perché se il vecchio modello familiare (moglie devota e angelo del focolare) non ti pone al riparo da stravolgimenti, nemmeno la fluidità dei rapporti e il doversi sempre reggere sulle proprie gambe ti preserva dalle naturali avversità della vita.

Per certi versi mi ha ricordato Da soli della Comencini, anche se con un esito meno brillante.

Tra le tre e le quattro palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.