Quando inizia la nostra storia: Le grandi svolte del passato che hanno disegnato il mondo in cui viviamo di Federico Rampini

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L’ho preso in aeroporto perché avevo scordato a casa il Kindle, mi sembrava abbastanza interessante e corposo da bastarmi per una settimana, quindi ovviamente l’ho finito tre mesi dopo (è sempre così, ma perché?)

È un saggio del noto giornalista Rampini che ripercorre le origini di quelli che a suo parere sono i punti nodali della storia contemporanea, risalendo nel tempo fino a trovarne l’origine.

Così, per raccontare della tensione attuale tra USA e mondo arabo risale all’attentato dell’11 settembre 2001, mentre per raccontare dell’evoluzione della Cina nel panorama mondiale va indietro nel tempo fino alla guerra dell’oppio che la vide contrapposta alla Gran Bretagna, e così via.

Un modo interessante per raccontare il mondo di oggi, legandolo al suo recente passato, anche se Rampini lo fa dichiaratamente dal proprio personale punto di vista, con tutti gli aspetti positivi e negativi di questa scelta: non pretende di dare una lettura universale o una spiegazione storicamente completa dei fatti narrati, ma si accontenta di mettere la propria esperienza pluriennale di giornalista internazionale, attento soprattutto alle caratteristiche dei paesi in cui ha vissuto (USA, Cina) o che ha visitato (Iran). Questo aspetto è forse il più grosso punto debole del saggio: il fatto cioè che si abbia spesso la sensazione che il giudizio sia “di parte”, e senza che sia sempre facilmente possibile scindere il fatto dall’opinione (senza scordare peraltro che gli stessi fatti possono essere raccontati in modi diversi a seconda dell’opinione che se ne ha o che si vuole dare).

Nel complesso tre palle su cinque.

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2 pensieri su “Quando inizia la nostra storia: Le grandi svolte del passato che hanno disegnato il mondo in cui viviamo di Federico Rampini

  1. Rampini non mi chiama. E qui grazie alla tua recinzione ho capito un pò di più il perché: parla per sé. La cosa buona è che lo faccia dichiaratamente, e al tempo stesso in tutta questa operazione vedo sia il lato naif della faccenda sia l’interesse personale.
    In ogni caso è quello che pensa, e probabilmente, come spesso accade, qua e la ci saranno degli spunti interessanti.
    La recinzione questa volta ha confermato i miei pregiudizi, (e però), mi fa piacere, anzi come dicevo ha portato chiarezza in quella nube confusa di suggestioni che avvolgeva, più dei suoi capelli, il volto di Rampini.
    Grazie!

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  2. E aggiungerei, avendo ora visto meglio la copertina: l’orologio sembra quello del coniglio di Alice, Rampini (per me) ha sempre gli occhi rossi, ed in effetti, mi sono sempre silenziosamente chiesto, quanto fosse favolistico il suo mondo, quanto narrativo, e quanto invece precipitato nella realtà.

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