Letto perché consigliato da un collega (ciao Luca <3). Fila via liscio e veloce come se fossero cento pagine invece di 450. Surreale, ma bello (cit.).
Nelle parti dedicate ai viaggi del protagonista mi ha dato sensazioni analoghe a Branchie di Ammaniti (che dovrò decidermi a rileggere) e a A volte ritorno di Niven.
Trattasi di un racconto che scorre su due binari temporali: le poche settimane seguenti alla fuga di un vecchio nel giorno del suo centesimo compleanno – in preda a quella che sembra una banale ed estemporanea follia senile – e la ricostruzione per episodi della sua lunga e intensissima vita, costellata da incontri fortuiti ed esperienze iperboliche con personaggi famosi. Un uomo a cui ne capitano letteralmente di ogni, ma a tutto fa fronte armato di un irresistibile mix di spirito di sopportazione (leggi “non rompe i coglioni”) e intraprendenza (leggi “quando si rompe i coglioni si leva dalle palle”). Un mito.
A me è piagiuto assaj, poi fatemi sapere.
Quattro palle su cinque.
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