Letto perché nel Giorno della Memoria avevo visto uno speciale su Rai storia in cui intervistavano un sopravvissuto italiano di Auschwitz che aveva fatto parte del Sonderkommando: in pratica si tratta un gruppo di ebrei, anch’essi rinchiusi nel lager, ma adibiti da un lato allo svuotamento delle camere dove venivano gassati altri ebrei e dall’altro all’eliminazione dei corpi nei forni crematori. Più che una cronaca degli eventi (che pure emergono) si tratta di un racconto interiore, delle emozioni degli ultimi reietti, persone temporaneamente graziate, ma solo per essere rese “complici” dei propri carnefici, e la cui sopravvivenza viene costruita giorno dopo giorno letteralmente sui cadaveri dei fratelli. Terribile.
Mi è piaciuto, molto, per la storia. La penna invece non è straordinaria, e nel complesso mi aspettavo di più.
Tre palle su cinque.
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piccole recinzioni 