Ho iniziato a leggere l’ultimo libro di Federico Baccomo perché lui è un amico. L’ho finito alle tre di notte perché è bellissimo.
In una selva di romanzi costruiti su trame complicate e colpi di scena improbabili, questo si regge su una intuizione piccolissima, anche se molto creepy: cosa succederebbe se installassi nel tuo telefono un aggiornamento di WhatsApp che ti mostra quando le persone che ti stanno scrivendo in quel momento stanno mentendo?
Come reagiresti? Butteresti il telefono dalla finestra urlando, lo resetteresti per paura che sia qualche pericoloso virus o approfitteresti di questo misterioso “dono” per forzare la moltitudine di bugie piccole e grandi che noi tutti raccontiamo per quieto vivere, per coprire scelte che faremmo fatica a spiegare, per proteggere qualcuno dalla verità, per pudore o vergogna o cattiveria? Ti prenderesti il rischio di vedere cosa c’è davvero dietro ai tuoi quotidiani rapporti umani, familiari, lavorativi?
Una piccola intuizione geniale che regge lungo tutto il romanzo, che ha un importante punto di volta a metà storia e che tiene più che bene anche nel finale.
Un romanzo che ha già in sé il germe della pellicola cinematografica – soprattutto negli incisi del narratore che sembrano a tutti gli effetti note di sceneggiatura – per la quale io vedrei bene come protagonisti Flavio Parenti e la sempre bravissima Alba Rohrwacher.
Bacio accademico allo scrittore, già autore del delizioso Woody: Anna sta mentendo per me è un sì. Cinque palle su cinque.
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