Non mi ha fatto impazzire. Bello il racconto (romanzato) della vita di Gerda Taro, amante del famoso Robert Capa, anche se nel libro ti dice che non era il suo vero nome (quello di lei, ma nemmeno quello di lui, e lui in particolare – finché c’è stata Gerda accanto – era il nome con cui uscivano foto scattate da lui, ma anche da lei, quindi per certi versi “Robert Capa” è anche Gerda Taro. Roba da chiodi).
Gerda è giovane, scopa a giro, fotografa, soffre il freddo e mangia quando può, si arrangia e fotografa, si innamora e corre in Spagna a fotografare la guerra e a morine.
Allora perché non un sì pieno? Perché mi ha lungamente annoiata, e la noia non la perdono a nessuno, nemmeno a chi vince il Premio Strega nell’anno di Resto qui.
Tre palle su cinque.
Lo potete acquistare qui.