Chiamami col tuo nome di André Aciman

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Fulminata dal film ho letto il libro in italiano, poi ho ascoltato l’audiolibro in inglese (bellissimo, letto dall’attore che impersona Oliver), cercando disperatamente – e vanamente – di capire cosa esattamente mi avesse stregata. Perché è questo che questa storia sa fare (non a tutti, ma a quelli che sì, lo fa in modo pieno e abbacinante): strega e incanta.

Rispetto al film cambia l’ambientazione (siamo al mare in Liguria e non nelle campagne cremasche), cambia qualche dettaglio (ad esempio c’è Roma e non Bergamo) e soprattutto cambia o per meglio dire amplia il finale, nel senso che dove il film finisce il libro prosegue e ci racconta parte del “dopo”.

Del film è in preparazione una recensione sul blog de gli88folli, aggiornerò questo post quando sarà pronta. E’ un blog che amo molto, parla di cinema: andate a vederlo, merita.

A me è piaciuto moltissimo quasi tutto il libro (non ho amato ad esempio la lunga scena nella libreria a Roma) e l’ho trovata una straordinaria storia d’amore anche se – o forse proprio perché – nessuno si dice mai “ti amo”. I protagonisti dall’amore si lasciano travolgere, non lo dicono ma lo fanno. Hai detto niente.

L’unico mio timore è la deriva mocciana del gesto d’amore che lega i protagonisti (sentirsi così tanto attraversati e fusi con la persona che si ama al punto da chiamare l’altro col proprio nome): tremo all’idea di pelosi camionisti che si fanno chiamare Jessica e leggiadre fanciulle che rispondono al nome di Viktor.

Per me comunque personalmente cinque palle su cinque.

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