Uno dei miei romanzi preferiti di Lucarelli di sempre.
Ambientato – come molti dei romanzi del primo Lucarelli – nel periodo fascista. Il protagonista è un commissario troppo onesto e garantista per non pestare qualche callo suscettibile, e infatti per aver fatto troppo bene il suo mestiere finisce su un’isola sede di una colonia penale di confino, a sua volta esiliato in patria come molti altri che quel luogo sperduto che pare costituire un mondo a sé non possono o non vogliono lasciare. Lo segue la moglie, pallida e delicata, che in preda ad un esaurimento nervoso passa tutto il tempo ad ascoltare ossessivamente la stessa canzonetta in attesa di un insperato trasferimento.
In tutto questo un omicidio viene a turbare la calma tensione dell’isola e dei suoi abitanti.
Bellissimo, ne hanno tratto un film, mi si dice di rara bruttezza. Che peccato. Il romanzo invece lo potete acquistare qui.
Cinque palle su cinque.