Distopia incentrata per una volta su una figura femminile e raccontata come una memoria di un tempo passato. Ne è stato tratto di recente una serie tv.
La trama è particolare: in un futuro post nucleare la difficoltà a concepire unita alla radicalizzazione religiosa ha creato una società dove le coppie regolarmente sposate, se ricche e potenti ovviamente, possono ottenere che una “ancella” viva con loro e sia sottoposta a regolari *sedute* col padrone di casa al fine di procreare. Ed è lei a raccontare le cose.
Ne esce nitidamente il senso di claustrofobia nei confronti di una società che mette le donne in posizione di subordinazione, che ne strumentalizza il corpo, dove altre donne – nel tentativo di acquisire una parvenza di potere – anziché vedere nell’uomo il proprio antagonista gli si alleano, contro altre donne colpevoli solo di essere più deboli. E su tutto aleggia un forte fondamentalismo religioso unito alla consueta ipocrisia di fondo per cui “fai quel che ti dico ma non fare quel che faccio”.
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