La ragazza che non voleva crescere. La mia battaglia contro l’anoressia di Isabelle Caro

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La storia di una ragazza che non voleva crescere perché sentiva che restare bambina (quindi piccola, diafana, senza forme) le avrebbe garantito l’amore della madre, solo che poi (spoiler) è morta. E anche la mamma.

Non tutte le storie di anoressia sono uguali, ovviamente. Non si può pensare di leggerne una e pretendere di capire come funzioni e come evitare che succeda a se stessi o alle persone care. Questa poi è una autobiografia, quindi è impossibile capire cosa sia stato vissuto e cosa sia ricordato e poi raccontato. Di certo il quadro che ne emerge fa impressione soprattutto per la “naturalezza” con cui giorno dopo giorno si costruisce un presente impossibile.

Tutto sommato tre palle su cinque.

Lo potete acquistare qui.

Saga di Tonino Benacquista

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Letto su consiglio di Raffaele Napoli, è un libro che – per dirla in francese, ma tanto qui siamo tutti poliglotti – spacca svariati culi.

Prendi quattro sceneggiatori male assortiti (uno troppo vecchio, uno troppo giovane, uno troppo pazzo e una troppo smielata), rinchiudili in una stanza con un tavolino, un divano, un distributore di caffè e una sfida impossibile – scrivere una sceneggiatura in zero tempo, con zero budget, per un pubblico atteso prossimo allo zero – e siediti comodo ad assistere a cosa può succedere quando si creano le condizioni ideali, o forse le più improbabili, in un microcosmo autonomo. Una specie di formicaio umano fatto di sceneggiatori, quindi quanto di più simile ad un dio creatore e distruttore si possa immaginare.

Il classico romanzo tanto imperdibile quanto introvabile che andrebbe ripubblicato, chissà se là fuori c’è qualcuno che ci sente.

Cinque palle su cinque di slancio.

Potete provare ad acquistarlo qui.

Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline

Un altro libro recuperato ad una delle serate di scambio di libri (quanto mi mancano!).

Il ragazzo che lo portò lo presentò dicendo che di Céline si è detto tutto il male possibile perché è stato un fascista con idee fortemente razziste e probabilmente a conoscerlo oggi diremmo che è una persona spregevole. Tutto in larga parte vero, ma ha anche scritto uno dei romanzi più importanti del XX secolo e cose così belle meritano di essere conosciute. Hai tutto il diritto di dissociarti dal Céline uomo, ma il Céline autore è qualcosa che – se te lo perdi – hai davvero perso qualcosa.

Detto questo ho fatto una discreta fatica a finirlo: è un tomo imponente nel quale trovi pezzi di una bellezza lucida e assoluta  (di quelli che li rileggi più volte perché non ci credi) e pezzi di una noia impossibile. Mi chiedo quanto abbia scontato il tempo passato dalla sua pubblicazione, o quanto incolpevolmente abbia patito di una mia scarsa concentrazione: per onestà devo dire che probabilmente pesa di più la seconda ipotesi.

Di certo non mi sorprende che possa diventare “il libro della vita” perché di vita, qui dentro, ce n’è tanta da riempire una intera esistenza.

Per me tre palle su cinque, ma se mi dicessi “merita?” ti direi “assolutamente sì”.

Lo potete acquistare qui.