Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

9788804621980Tipica lettura da anni del liceo che invece mi era sfuggita, racconta la storia di un ragazzino durante la resistenza partigiana in Liguria.

Un libro doloroso, come sempre quando la guerra tocca i bambini, ma raccontato con la schiettezza e la ruvidezza che è propria di certa gente di collina, un mondo che per motivi personali conosco bene e che forse molti, nati e cresciuti in città, non possono riconoscere.

Nel complesso un libro crudo e molto bello, ma che mi ha conquistato meno di altri, come Una questione privata di Fenoglio.

Quattro palle su cinque.

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Mussolini e i ladri di regime: Gli arricchimenti illeciti del fascismo di Mauro Canali

978880471127HIGUn saggio che approfondisce come il fascismo, inizialmente nato – almeno nelle intenzioni dichiarate – con l’obiettivo di combattere corruzione e ingiustizie, sia diventato rapidamente peggio di quello che voleva sostituire.

La tanto sbandierata onestà diventa presto pura facciata, le persone vengono messe in posizioni di potere non per meriti ma per affiliazione al partito e a Mussolini, o come merce di scambio in cambio del silenzio su fatti poco leciti e queste posizioni vengono sfruttate a proprio vantaggio per accumulare ricchezze, fare affari, ottenere cose a danno di altri.

Non so se la cosa a voi sembri familiare, ma a me molto. Uno schifo. Lo sapevamo già, quello che ogni volta sembriamo dimenticare è che di gente che fa schifo ce ne sarà sempre e solo le leggi ben applicate, il rispetto totale per il senso di giustizia e per il prossimo (a partire dal comportamento di ciascuno di noi) può salvarci dai mille fascismi che son già tornati e continueranno a tornare, perché la brama di denaro, di potere, il desiderio di appropriarsi di qualcosa attraverso scorciatoie è insita nell’animo umano, e vale sempre, da sempre e per sempre.

Ho trovato interessante il concentrarsi sugli aspetti più economici del fascismo, e non su quelli sociali, politici, razziali.

Ciò nonostante il volume mi è piaciuto fino ad un certo punto: bello il contenuto, nella forma poco coinvolgente. Tre palle su cinque.

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Finzioni di Jorge Luis Borges

6ab833714016c6937e9e37646fe0cd9e_w600_h_mw_mh_cs_cx_cyInnegabilmente un caposaldo della letteratura. Obiettivamente un testo bellissimo: visionario, evocativo,  geniale. Surreale, citatissimo.

Però – per motivi che non sono stata in grado di individuare – comunque non mi ha conquistata completamente.

Una raccolta di racconti comunque imprescindibile, per chi ama il genere ma anche per chi non.

Quattro palle e mezzo su cinque.

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La lettera d’amore di Cathleen Schine

9788845914300_0_0_626_75La cosa incredibile è che non l’avessi ancora recensito, visto che è un libro che rileggo mediamente almeno una volta l’anno, uno dei miei preferiti di sempre. E tuttavia lo consiglio raramente, perché mi sembra tanto un libro “da femmine”, lontano dalla sensibilità maschile (se mai ne esiste una), una specie di segreto inconfessabile di cui ti vergogni un po’ ma di cui nel tuo intimo vai orgogliosa.

Uno dei motivi per cui mi piace fare le recensioni è che penso davvero che non sia possibile avere un giudizio unico e definitivo su un libro. Certo, volumi come I malavoglia o Guerra e Pace sono piaciuti a così tante persone lungo così tanti anni che è altamente probabile che un nuovo lettore li trovi bellissimi, ma la verità è che potrebbe tranquillamente arrivare qualcuno a dire che gli hanno fatto schifo e ci starebbe tutto.

Allo stesso modo può valere il contrario: libri che in molti hanno trovato mediocri o inconsistenti e che invece a te dicono un sacco di cose. Questo, se vai a vedere le valutazioni che ne danno i lettori su Goodreads o Anobii, è un libro apprezzato fino ad un certo punto, mentre La lettera d’amore è un libro che evidentemente a me parla moltissimo. Forse perché con la protagonista condivido (o vorrei condividere) più di un tratto caratteriale, forse perché adoro le descrizioni dei luoghi, i suoni, i personaggi secondari (dalla bibliotecaria alle commesse della libreria, dal cane Jasper alla mezzaluna di sabbia dove vanno a nuotare la mattina prestissimo, prima che si riempia di turisti). Forse perché è un romanzo dove l’estate è assoluta, dove l’amore è come lo voglio io: ineluttabile e travolgente. Forse perché si parla tantissimo di libri (letti, toccati, venduti, sfogliati, scritti).

Forse perché “la lettera d’amore” che dà il titolo al libro è una delle cose più belle e vere che io abbia letto in vita mia. E per questo la metterò anche qui, perché – almeno questa – la leggiate tutti.

Cara capra,

come ci si innamora? Si casca? Si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sul marciapiedi, sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi oltre l’orlo di un precipizio, per sempre?
So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di vederti. Non un muscolo si è mosso. Nessuna brezza agita le foglie. L’aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo.
Sto bruciando. È troppo banale per te? No, e lo sai. Vedrai. È quello che capita, è quello che importa. Sto bruciando.
Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non c’entra. Se ci bado. Ma non bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi, una casa piena di fratelli, legati dal sangue, che si dilaniano in una faida:

“Mi sto innamorando”.
“Tipica scelta stupida”.
“Eppure… L’amore mi tormenta come se fosse dolore”.
“Sì, continua così, manda a puttane la tua vita. È tutto sbagliato e lo sai. Svegliati. Guarda le cose in faccia”.
“C’è una faccia sola, l’unica che vedo, quando dormo e quando non dormo”.

Stanotte ho buttato il libro dalla finestra. Ho provato a dimenticare. Tu non vai bene per me, lo so, ma quello che penso non mi interessa più, a meno che non pensi a te. Quando sono accanto a te, davanti a te, sento i tuoi capelli che mi sfiorano la guancia anche se non è vero. Qualche volta guardo altrove. Poi ti guardo di nuovo.
Quando mi allaccio le scarpe, quando sbuccio un’arancia, quando guido la macchina, quando vado a dormire ogni notte senza di te, io resto,

come sempre,

Montone

Cinque palle su cinque, lo potete acquistare qui.

Faccio la mia cosa di Frankie hi-nrg mc

978880471233HIGL’ho adorato.

Che Frankie sapesse scrivere lo sapevamo da un pezzo: Quelli che benpensano resta a mio parere uno dei testi più belli della produzione musicale italiana di tutti i tempi.

Che avesse anche il respiro della scrittura più ampia di un testo musicale, invece, almeno io non lo sospettavo. Invece in questa strana autobiografia l’attenzione non cala, lo stile è scorrevole e i contenuti interessanti. Sì, perché con la scusa di raccontare la propria vita – dall’infanzia al primo disco – Frankie in realtà ci accompagna lungo la storia del rap: dove nasce, come, grazie a chi. Aneddoti personali ma anche tanta storia contemporanea. Italia e USA, provincia e metropoli.

Lo consiglio caldamente. Cinque palle su cinque.

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New York di Goffredo Parise

images.jpgLetto anche questo come avvicinamento ad una vacanza newyorkese, come 101 cose da fare a New York almeno una volta nella vita, si tratta di una raccolta di “racconti di viaggio” e di lettere scritti da Parise – che ho amato più qui che in Sillabari – mentre soggiornava a New York e cercava di fissarne o trasmetterne le impressioni.

Il suo sguardo su New York, e sull’America è stato poi anche il mio, per quanto siano parole di quasi sessant’anni fa: la stessa sensazione di preminenza delle persone sulla città, qui forte come in nessun altro posto al mondo. La stessa impressione di un palcoscenico di cui stai vedendo solo quel che accade al di qua delle quinte, ma per sempre ti sfuggirà ciò che c’è dietro. La stessa percezione di una realtà che è già diversa da come la stai inquadrando, perché per forza di cose riconduci quel che vedi e senti a modelli noti, e (anche solo per questo) già vecchi.

Quattro palle su cinque.

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Il censimento dei radical chic di Giacomo Papi

9788858834602_0_221_0_75Continuo a pensare la stessa cosa: che puoi anche scrivere un libro distopico ambientato in Italia e immaginare un mondo in cui la politica attuale sia portata alle sue estreme conseguenze, ma poi deve esserci qualcos’altro.

Cioè l’idea non può essere tutta lì. Ci deve essere anche qualcos’altro. Ad esempio una bella storia c’era in Il 49esimo stato di Stefano Amato (sebbene non sviluppata poi al meglio), mentre c’era molto meno in 02.02.2020. La notte che uscimmo dall’euro di Sergio Rizzo e soprattutto in Padania o cara – Cronache della prima guerra di secessione padana di Giacomo Properzj.

Insomma: le distopie casalinghe mi continuano a ispirare parecchio, ma ancora non ho trovato quella che mi abbia davvero convinta. Però daje!

Tre palle su cinque.

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La casa della gioia di Edith Wharton

51q8MoeomTLPubblicato nel 1905, dalla stessa autrice del meraviglioso L’età dell’innocenza, questo romanzo si concentra sulla giovane vita della bellissima e brillante Lily, nata in una famiglia ricca poi caduta in disgrazia, che ha come unica speranza  quella di sfruttare accortamente le proprie qualità per accasarsi appropriatamente.

Purtroppo un istintivo rifiuto per i comportamenti opportunistici e poco etici – verso cui la spingono, oltre al bisogno, anche le convenzioni sociali, gli amici e i parenti – la portano da un lato  a sprecare una occasione dopo l’altra di fare un buon matrimonio e dall’altro non le consentono di volgere a proprio vantaggio le situazioni ambigue nelle quali si viene suo malgrado a trovare.

Non riesce a fingere di amare uomini ricchi ma sciocchi, o di cui non ha stima, mentre si innamora di un conoscente che a sua volta sente di amarla, ma nega e respinge questo sentimento perché la propria situazione lo spinge a sua volta verso un matrimonio più di interesse che d’amore.

Paradossalmente sarà proprio questa sua purezza di fondo a emarginare sempre più Lily dalla comunità di famiglie, relazioni e amicizie nella quale si muove.

La cosa che colpisce di più è come certe dinamiche legate alla reputazione siano ancora perfettamente valide a più di 100 anni di distanza, anche se oggi ne vediamo soprattutto gli aspetti legati alla esposizione sui social network.

Un libro che mi ha addolorata molto, ma che ho trovato splendido.

Quattro palle su cinque.

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101 cose da fare a New York almeno una volta nella vita di Gianfranco Cordara

510y-cMkgoLLetto con la finalità di avere una panoramica ampia (anche se non esaustiva) di spunti su cosa fare in una settimana di vacanza a NY ed è servito esattamente a quello.

Non è una guida, non sostituisce approfondimenti da fare altrove, a volte è più aneddotica che utile, ma mi ha dato quella infarinatura di base che mi serviva. Nulla di più, però.

In particolare ho apprezzato la scelta di non escludere nessun “taglio”: tra le 101 cose da fare sono incluse visite museali, ma anche passeggiate, negozi da visitare o bar da provare.

Tre palle su cinque.

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Tutto da capo di Cathleen Schine

5000000254796_0_0_0_768_75Ammetto di avere un debole per la scrittura di Cahtleen Schine dai tempi di La lettera d’amore, rispetto al quale però la trama è meno interessante e i protagonisti non sono tratteggiati con la stessa ironia e particolarità.

Resta comunque – a mio gusto – molto interessante il tema di fondo: cosa succede quando una coppia si separa dopo tanti anni insieme e la protagonista deve fare i conti – oltre che con una prospettiva completamente nuova sul proprio futuro – anche con le banali necessità materiali e quotidiane? Cosa succede quando passi dal benessere di un appartamento amatissimo e arredato con gusto con vista su Central Park ad una casa di campagna piena di spifferi e mobili di fortuna? Cosa succede quando si trasferiscono con te due figlie, ciascuna con i propri problemi e il proprio personale fallimento? Perché se il vecchio modello familiare (moglie devota e angelo del focolare) non ti pone al riparo da stravolgimenti, nemmeno la fluidità dei rapporti e il doversi sempre reggere sulle proprie gambe ti preserva dalle naturali avversità della vita.

Per certi versi mi ha ricordato Da soli della Comencini, anche se con un esito meno brillante.

Tra le tre e le quattro palle su cinque.

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